Nel mese di agosto è stato presentato un disegno di legge sull’editoria, che interessa anche quella online, ora approvato dal Consiglio dei Ministri ed in attesa di essere sottoposto all’approvazione del Parlamento.
Secondo questo disegno di legge, sarà necessario attuare dei cambiamenti nelle norme che regolano l’editoria, compresa quella sul web, subordinando certe attività Web ad una iscrizione al Roc, ossia il “registo operatori di comunicazione presso l’autorità per le comunicazioni”.
Se questa proposta diventasse legge, saranno prevedibili delle conseguenze anche nel mondo di internet, dal momento che potrebbe colpire non solo gli editori, ma anche le singole persone che hanno un blog su internet e che si vedrebbero costrette ad iscriverlo al registro di chi ha attività editoriali, con conseguenti spese e doveri da rispettare per non incorrere in sanzioni penali.
Secondo l’Articolo 6 del disegno di legge deve iscriversi al Roc chiunque svolga attività editoriale, interessando così non solo il lavoro dei quotidiani che si possono leggere su internet, ma anche “qualsiasi prodotto contraddistinto da finalità di informazione, di formazione, di divulgazione, di intrattenimento”, anche senza scopo di lucro.
Si ha quindi l’impressione che questa proposta di legge potrebbe colpire qualsiasi sito internet d’intrattenimento, anche quelli amatoriali...a chi spetta allora decidere il futuro dei blog e degli altri siti?
Sarà l'Autorità per le Comunicazioni a indicare, con un suo regolamento, quali soggetti e quali imprese siano tenute davvero alla registrazione. E il regolamento arriverà solo dopo che la legge sarà stata discussa e approvata dalle Camere.
Sarà perciò necessario aspettare l’effettiva approvazione della legge per capire in che modo questa legge cambierà il mondo di internet e se riguarderà solo le effettive testate giornalistiche che si trovano sul web (e quindi chi ha un sito personale e lo aggiorna anche quotidianamente ma senza scopo di lucro non deve preoccuparsi) o qualsiasi attività editoriale.
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1 commento:
Forse coloro che fanno le leggi non si rendono conto di cosa costerebbe questa legge.
Infatti se questa legge dovesse essere promulgata penso che si avrebbero due possibilità:
1. seguire la legge, e quindi fare tutti i passi necessari a mettersi in regola.
2. spostare il proprio sito / blog su server straniere.
Beh Riguardo a questo argomento Beppe Grillo ha detto che sposterà il suo blog su un server estero. E Non solo lui.
Infatti migliaia di altre persone faranno una scelta del genere e questo potrebbe costare a piccole (ma non solo) società italiane migliaia se non milioni di euro di mancate entrate per l'hosting dei portali/siti/blog in questione.
Per concludere un breve inciso che forse sanno in pochi... Le chiese, le case dei sacerdoti o comunque ogni proprietà della Chiesa, sono "piccole enclavi" dello Stato Pontificio (che è a tutti gli effetti uno stato sovrano) quindi con una legislatura differente da quella italiana... basterebbe convincere il proprio parroco a farsi prestare qualche metro quadrato per portarvi un server... come si dice, "Fatta la legge, trovato l'inganno...."
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